Innovazione Digitale: per il 95% delle imprese è ormai indispensabile
Lo scorso 26 gennaio all'evento dedicato alla settima edizione del Premio Assiteca Raffaello Balocco, Membro del Comitato Scientifico Osservatori Digital Innovation, ha anticipato i risultati dell'indagine curata dalla School of Management del Politecnico di Milano: una riflessione sui temi della digital innovation e una fotografia di come stanno reagendo le imprese italiane alle sfide del cambiamento digitale.
Si scopre così un nuovo tessuto produttivo del Bel Paese in cui la digitalizzazione è soprattutto un processo culturale che impone di ripensare il modo di fare business, di adottare nuove modalità organizzative, cambiare i processi e le responsabilità all’interno dell’azienda mettendo al centro le persone e le loro competenze.
Scopriamo le principali evidenze scientifiche e i trend in atto.
LA PERVASIVITÀ DEL DIGITALE E I TIMORI LEGATI ALLA DIGITAL DISRUPTION HANNO RESO ELEVATO IL COMMITMENT VERSO L’INNOVAZIONE
- Il 95% delle aziende analizzate ritiene l’innovazione digitale un fattore rilevante. Nella maggioranza dei casi, il 40% delle aziende intervistate, l’innovazione digitale rappresenta un driver per migliorare efficacia ed efficienza dei processi; ben il 37% dei casi la considera un fattore imprescindibile per lo sviluppo futuro del business; il 18% pensa che sia importante per non perdere competitività. Solamente il 5% del campione ritiene l’innovazione digitale non prioritaria.
L’INNOVAZIONE E’ “FUTURO” PER LE GRANDI AZIENDE, “MIGLIORAMENTO DEI PROCESSI” PER LE MEDIE E “STRUMENTO DI RESISTENZA ALLA DISRUPTION” PER LE PICCOLE
- La percezione del ruolo dell’innovazione cambia in base alla dimensione aziendale. Per le imprese con oltre 250 dipendenti sale dal 37% al 51% la quota di chi la ritiene un fattore imprescindibile per il futuro, solo il 2% non ne vede la rilevanza. Tra le medie il driver più forte è l’opportunità di migliorare i processi aziendali. Emblematico, infine, il fatto che per le imprese tra 50 e 100 dipendenti raddoppia la percentuale di chi è mosso dalla concorrenza e dal timore di perdere quote di mercato: le imprese più piccole sembrerebbero più mosse dal timore della digital disruption che dall’opportunità della digital transformation.
NONOSTANTE LA CONSAPEVOLEZZA DELLE OPPORTUNITA’ CONNESSE ALL’INNOVAZIONE DIGITALE, GLI INVESTIMENTI ICT RESTANO CONTENUTI
- Investimenti a ritmo ridotto. Meno di un’azienda su quattro investe più dell’1% del fatturato in ICT, solo il 3% investe oltre il 5%, mentre il 69% investe meno dell’1% dei ricavi complessivi in ICT e addirittura il 7% delle imprese non ha effettuato nell’ultimo anno alcun investimento in tecnologie digitali. La media complessiva è pari all’1,1%. La proporzione tra budget investito in ICT e fatturato cresce con l’aumentare della dimensione aziendale: considerando solo le aziende con più di 250 dipendenti, la media degli investimenti ICT sui ricavi è del 2,3%.
L’INNOVAZIONE NON SEMPRE SI ACCOMPAGNA ALLA PRESENZA STRUTTURE ORGANIZZATIVE DEDICATE
- Un fattore critico di successo nei progetti di innovazione digitale è la definizione di accurati modelli di governance. Dalla ricerca emerge che, non sempre, l’attenzione al digitale si è già tradotta nella creazione di ruoli e strutture organizzative dedicate alla gestione delle strategie di digital transformation. Solo nel 14% dei casi è stata creata un’unità responsabile dei progetti di innovazione. In più, in molte realtà non vi è una chiara strutturazione dei ruoli e delle attività: nel 18% delle aziende analizzate la gestione non è strutturata e occasionale e nel 4% le diverse unità organizzative si muovono con autonomia, senza un presidio centralizzato.
INNOVAZIONE IMPRESCINDIBILE DALLA GESTIONE DEL RISCHIO E DALLA SICUREZZA INFORMATICA
- E’ assai elevata la consapevolezza dichiarata verso i temi della sicurezza informatica: ben il 67% delle aziende intervistate ha introdotto sistemi di information security. Circa 8 aziende su 10 hanno inoltre sviluppato policy e procedure per proteggere la rete aziendale e le relative risorse da accessi non autorizzati, furti, modifiche o interruzioni di servizio, oltre a sistemi volti a garantire la protezione e la gestione dei dati nell’intero ciclo di vita. Ancora poco diffusi, invece, i sistemi di sicurezza legati ai nuovi trend tecnologici: mobile, cloud e big data.
- Tra i timori percepiti dalle imprese la perdita di dati sensibili è al primo posto (3/4 delle aziende), al secondo i possibili attacchi informatici (72%) infine i danni reputazionali (61%).
Ancora poco frequente però la copertura assicurativa di questi rischi: 4 aziende su 5 non possiedono coperture dal rischio cyber. Il 36% del campione non considera rilevante il problema, il 22% ritiene il settore cyber insurance ancora immaturo, mentre un altro 22% sta valutando delle coperture per il prossimo futuro. Solo un’azienda su 5 ha adottato delle coperture, ma sono per la stragrande maggioranza polizze generiche che coprono indirettamente anche i rischi informatici.
- A dimostrazione che l’approccio alla gestione della sicurezza informatica sia ancora tattico e non strategico oltre 4 aziende su 10 non conoscono le implicazioni del nuovo regolamento europeo in tema di privacy (GDPR) e, tra queste, oltre la metà afferma di non conoscerlo affatto. Ma, soprattutto, 3 aziende su 4 non hanno ancora istituito alcun ruolo specifico dedicato alla gestione della sicurezza informatica.