Questo quanto emerge dalla IV edizione del sondaggio promosso da Zurich in collaborazione con GfK su oltre 2.600 Piccole e Medie Imprese in 13 Paesi tra Europa, America e Asia-Pacifico.
A livello globale l'80% delle PMI teme l'impatto di cambiamenti climatici sul proprio business.
Gli eventi climatici più temuti sono nell’ordine le alluvioni (22%) e la siccità (20%); i rischi da cui è più difficile proteggersi e con conseguenze più gravi sull'azienda sono i danni materiali (36%) e l’interruzione delle attività di business (26%).
Seguono i rischi di danni alla salute dei dipendenti (15%) e dei maggiori costi per l'approvvigionamento di acqua ed energia (15%).
Ma come hanno risposto le PMI italiane?
E come valutare correttamente l'impatto di questi rischi sull'attività aziendale?
Interruzione di una fase produttiva, perdita di un anello della catena, crisi di un supplier, ma non solo.
Ogni azienda può essere coinvolta in eventi accidentali in grado di comprometterne la capacità operativa e tradursi in perdite di mercato, di immagine, di clienti.
Nel mercato globale ogni azienda crea il proprio valore anche avviando una serie di processi legati a tecnologie, infrastrutture e partner esterni le cui interdipendenze aumentano il rischio di Business Interruption, dilatandone gli effetti.
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