Blog

Premio Assiteca VII Edizione - Innovazione Digitale: Storie di successo

Agenda Digitale in Italia, tutto quel che resta da fare

La strada per l’attuazione dell’Agenda Digitale in Italia è ancora lunga e c’è tanto lavoro da fare.
È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano dal titolo “Pubblico e privato: un patto per l’Italia digitale” presentato il 14 novembre a Roma.

Il Digital Economy and Society Index (DESI), l’indicatore che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale nei vari Paesi europei, attesta i notevoli ritardi in materia di digitalizzazione del nostro Paese, che si posiziona al terz’ultimo posto in Europa.

Secondo l’ultima versione del DESI, e relativamente alle dimensioni su cui è calcolato, su 29 Paesi censiti, l’Italia è penultima per quanto riguarda la connettività, 25esima per competenze digitali, ultima per utilizzo di internet da parte dei cittadini, 21esima per digitalizzazione del nostro settore industriale e 18esima in digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

Come si possono spiegare i motivi di questo ritardo? E su quali risorse bisogna puntare in futuro per invertire la rotta?

In realtà dal 2013 in poi l'Italia è stata tra i primi quattro paesi in Europa per crescita nell'Index, con un incremento del 19,7% rispetto al 13,8 della media europea. Tuttavia tale crescita non si riflette sulla nostra posizione in classifica e, pertanto, rientriamo nella categoria dei “Digital beginners”, ovvero Paesi caratterizzati da valori inferiori alla media europea, tendenzialmente meno maturi e con risultati poco significativi nell’attuazione della loro Agenda Digitale.

Il motivo è semplice. Da un lato l’Italia può vantare risultati nella media per quanto riguarda le performance legate ai servizi pubblici digitali e all’integrazione delle tecnologie digitali; dall’altro è penalizzata dai ritardi su connettività, capitale umano e utilizzo di internet (come mostra il grafico qui sotto).

DESIItalia

Questi dati però non devono sorprendere, perché sono frutto di anni di mancati investimenti in innovazione digitale che hanno portato ad una situazione critica difficilmente recuperabile in poco tempo. In futuro però potrebbero aprirsi per scenari ben diversi per il nostro Paese: già nel 2016, infatti, sono state messe in atto strategie per rendere l’Italia più digitale. 

A partire dalla nomina, il 16 settembre scorso, di Diego Piacentini come Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale; seguita dall’approvazione, lo scorso 19 ottobre, da parte della Commissione Europea dell’aggiornamento della Strategia per la Crescita Digitale che ha sbloccato 1,2 miliardi di euro per l’attuazione dell’Agenda digitale italiana.
Oltre alla presentazione, il 21 settembre, del Piano Nazionale Industria 4.0 che prevede investimenti complessivi (tra pubblico e privato) di 34 miliardi in tre anni nel digitale.

E proprio la collaborazione tra pubblico e privato, secondo le analisi dell’Osservatorio Agenda Digitale, può essere la via percorribile per una crescita possibile.
Lo studio dei percorsi dei Paesi che si sono impegnati prima dell’Italia nel mettere in atto profonde trasformazioni digitali testimonia che la chiave per accelerare i processi sia far incontrare la pubblica amministrazione con le imprese, nell’ottica di una maturazione digitale che non porta solo crescita economica ma può portare benefici sociale e migliorare i livello di legalità.

You have no rights to post comments

PREMIO ASSITECA

LA GESTIONE DEL RISCHIO NELLE IMPRESE ITALIANE

Assiteca Spa 
Palazzo Assiteca 
via G. Sigieri 14 
20135 Milano 
Tel. 02.54679.1 

Società quotata alla Borsa Italiana
Segmento AIM Italia

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

P.IVA/Codice fiscale:
IT 09743130156
Iscritta al R.U.I. sezione B n. 114899 del 16/04/2007

privacy e cookie policy

Logo Assiteca white