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Premio Assiteca VII Edizione - Innovazione Digitale: Storie di successo

Per fare innovazione bisogna essere un pò start-up

Innovare o morire, tertium non datur. Le aziende lo hanno capito: per crescere bisogna cambiare. Ed è possibile farlo grazie alle tecnologie digitali.

Il paradigma della digital transformation, infatti, porta con sé opportunità che le aziende spesso non vedono ma che non possono sottovalutare. In ballo c'è il posizionamento e la competitività in mercati "liquidi”, oltre alla creazione di un rapporto disintermediato, diretto, molto più che in passato, con clienti sempre più esigenti, digitali e alla ricerca di esperienze personalizzate di utilizzo/acquisto di un prodotto.

Rinunciare a queste opportunità significa in molti casi mettere a rischio l’esistenza stessa delle aziende e il loro futuro.

Ma in che modo si attivano i processi di innovazione in azienda?
E come gestirli? Scopriamo i due fattori chiave.

L’importanza della cultura aziendale

È opinione comune che le grandi aziende nell’approccio all’innovazione debbano somigliare sempre di più alle startup. Il punto di partenza può essere l’adozione di un approccio che, oltreoceano, viene definito“lean”, ovvero un modello che punta a rendere meno rischioso l’intero processo di lancio di un’iniziativa innovativa. In che modo? Per esempio preferendo i feedback dei clienti all’iniziativa di chi crea il prodotto o servizio, o ricorrendo alla prototipazione in luogo della progettazione o ancora favorendo la sperimentazione rispetto alla pianificazione di tempi e metodi di progetto.

Tutto ciò per non incappare nella cosiddetta “inerzia organizzativa”, vale a dire l’incapacità da parte delle aziende di cambiare rotta di fronte al vento dell’innovazione. Le esperienze di Kodak e Blockbuster, ad esempio, aziende leader nel proprio settore ma improvvisamente travolte dal nuovo che avanza, sono ormai casi di studio sull’argomento. In altre parole, nell’era della trasformazione digitale, bisogna allontanarsi dalla visione di azienda come semplice “motore di performance”, e favorire un modello culturale votato alla sperimentazione continua e aperta, cioè da sviluppare dentro e fuori il perimetro aziendale.

Il nuovo ruolo dei CIO (Chief Innovation Officer)

Chi deve guidare il processo di innovazione? La figura prevalente è il manager che in azienda si è sempre occupato di tecnologie digitali e innovazione. Stiamo parlando del CIO (Chief Information Officer), a cui oggi viene chiesto uno sforzo in più rispetto al passato, ovvero garantire all’azienda visione e pragmatismo. Da un lato infatti ha il compito di interpretare (o anticipare) i trend tecnologici, dall’altro quello di valutare quali impatti avranno in termini di business.

Ecco che ritorna lo "spirito" della startup: usare in maniera creativa le tecnologie digitali per creare un business nuovo escalabile. Il nuovo CIO diventa così una figura ibrida in grado di gestire l’innovazione in azienda perché abbina capacità di scouting (di tecnologie ma anche di startup) e capacità relazionali necessarie per stimolare il confronto sul modo in cui le tecnologie possono ridisegnare il modello di business dell'azienda.

 

 

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