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Premio Assiteca VII Edizione - Innovazione Digitale: Storie di successo

Come fare Open Innovation in azienda

In un mondo sempre più connesso e orientato alla trasformazione digitale, la formula necessaria per accrescere la competitività delle aziende è l'open innovation.

Espressione sempre più diffusa nel dibattito sulla crescita possibile, l’innovazione aperta rappresenta soprattutto un paradigma vincente, che sta facendo scoprire a manager e imprenditori il valore della collaborazione.

Partiamo dalla definizione: open innovation è un modello secondo il quale le imprese, per creare più valore e competere meglio sul mercato, hanno la necessità di ricorrere a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno del perimetro aziendale, in particolar modo da startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.

Ma come si attiva questo processo? E – soprattutto – quali sono le opportunità in termini di business per le aziende?

A coniare il termine è stato Henry Chesbrough nel 2003, che nel saggio “The era of open innovation” ha posto l’accento su come la globalizzazione avesse reso sempre più costosi e rischiosi i processi di ricerca e sviluppo, conseguenza del fatto che il ciclo di vita dei prodotti era diventato più breve. Secondo questo ragionamento quindi sarebbe venuto meno il paradigma della “closed innovation” (ovvero la ricerca fatta all’interno dei confini dell’impresa) a favore di un processo di apertura verso l’esterno.

A distanza di oltre dieci anni sono i numeri a dar ragione alla tesi di Chesbrough.
Secondo una ricerca di Accenture realizzata a livello globale su oltre duemila imprenditori in 20 Paesi, la collaborazione tra grandi aziende e startup ha un potenziale di crescita di circa 1,5 trilioni di dollari pari al 2,2% del Pil globale. Restringendo il campione all’Italia i numeri rimangono interessanti, “l’innovazione aperta” infatti rappresenta una risorsa concreta per il Paese e può valere un incremento di 35 miliardi di euro, ovvero l’1,9% del Pil.
Dalla ricerca emerge inoltre che il 76% delle grandi aziende è convinta di poter far leva sulle startup per trasformare il proprio business, rendendolo digitale, con un aspettativa di crescita del fatturato dal 7% al 16% in cinque anni.

Tuttavia la strada da percorrere sembra ancora lunga: aziende e imprenditori ammettono qualche difficoltà nel rintracciare modelli di collaborazione efficaci.
Per superare gli ostacoli che ancora frenano l'open innovation è necessaria – soprattutto lato aziende – una visione “strategica per l’innovazione” che sia allineata alla strategia di business. Mettere in atto percorsi di questo tipo può portare a vantaggi evidenti.

I principali, che emergono dalla ricerca Accenture, sono:
1) l'accesso a competenze specifiche e talenti; 2) l'ingresso in un nuovo mercato; 3) l'accelerazione dei processi di innovazione disruptiveall'interno dell' azienda; 4) la possibilità di “progettare un nuovo prodotto o servizio”.

A questo punto non resta che chiedersi: in che modo un’azienda può mettere in pratica percorsi di “open innovation”?

Quattro sono i livelli di azione possibili:
Corporate venture capital: si tratta di investimenti nel capitale di startup innovative, con l’obiettivo di cercare innovazione e tecnologie disruptive al di fuori dell’azienda
Incubatori/acceleratori: ovvero lacreazione di programmi di accelerazione gestiti direttamente dalle aziende tramite partnership con università e centri di ricerca
Call4ideas:sovvenzionamento di competizioni per startup, con l’impegno di investire - direttamente o indirettamente - in quelle che hanno sviluppato le innovazioni più promettenti
Acquisizioni: grandi corporation comprano startup innovative al fine di integrare nel proprio organico dei talenti digitali

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